Apple WWDC 2020: Apple Silicon e processori ARM, Ecco quello che sappiamo

WWDC (Apple Worldwide Developers Conference), la più importante conferenza per sviluppatori di Apple, quest’anno a causa del Coronavirus e, successivamente, alle proteste mosse verso le forze dell’ordine negli USA si è svolta in modo atipico: tramite diverse dirette sul Web.
Durante il suo corso sono state presentate numerose novità da parte dell’impresa di Cupertino,
fra queste troviamo:

  1. La compatibilità di applicazioni iOS su macOS
  2. L’annuncio di iOS 14 e con esso nuove applicazioni per il fitness
  3. L’annuncio di macOS 11 insieme ad innovazioni nel design del sistema operativo,
    un ulteriore miglioramento di Safari, nuovi strumenti di pianificazione con l’app Mappe,
    nuovi strumenti per sviluppatori come Mac Catalyst
  4. L’annuncio di watchOS 7 che implementa negli Apple Watch un sistema di analisi del sonno
  5. La presentazione di Scribble, la Apple Pencil per scrivere ovunque
  6. La possibilità di utilizzare iPhone come chiave dell’auto in futuro (Car Keys)

Tuttavia nessuna delle novità sopra citate ci ha entusiasmato tanto quanto quella confermata definitivamente durante la live del 22 giugno: l’adozione da parte di Apple di nuovi processori (Apple Silicon),  prodotti direttamente da loro e basati su architettura ARM, i quali verranno montati sui prossimi modelli Mac e, con tutta probabilià, anche su iPad e iPhone.

L’ennesima rivoluzione per l’universo Mac è anticipata da anni.

Le anticipazioni mosse in precedenza sembravano presagire il rilascio del primo
portatile Mac ARM già entro quest’anno ma, durante la pandemia, altri leaker come Ming-Chi Kuo (che in quanto analista è considerato molto affidabile) si sono fatti avanti e hanno dichiarato che il rilascio del primo portatile Apple con processore ARM sarà nel 2021 (o con minore probabilità nell’ultimo trimestre del 2020).

La notizia ha poi iniziato a farsi strada in seguito al post di un articolo
da parte di Bloomberg.

Nuovi processori di casa Apple, una mossa semplice?

Assolutamente no. La posta in gioco è alta: l’obiettivo è quello di creare un’architettura condivisa tra Mac, iPhone ed iPad; 

il percorso non è breve in quanto Apple stessa parla di circa due anni per concluderlo ed il costo dell’operazione sarà alto. 

Ming-Chi Kuo è stato il primo a parlare degli ingenti costi dell’ambizioso progetto. 

Svincolarsi dalla dipendenza da Intel è un lusso che solo un’azienda potente come Apple potrebbe sicuramente concedersi, ma non senza mettere in conto un investimento importante in termini di risorse economiche. Kuo sottolinea che il passaggio ai propri processori comporterà, infatti, dei costi extra rispetto a quelli sostenuti per le forniture dei processori Intel.

Kuo non chiarisce quali voci di spesa contribuiranno a rendere i nuovi processori per i Mac più costosi, ma è verosimile che si tratti sia di risorse per la ricerca e lo sviluppo (sono inevitabili per un prodotto progettato in proprio) sia quelle per l’acquisto dei componenti necessari a produrre i chip.
Non è però detto che il maggiore costo verrà trasferito all’utente finale sotto forma di un prezzo più alto (rispetto a quello della stessa macchina con un equivalente processore Intel).

Quale modello arriverà per primo?

Il nuovo progetto che porterà i primi computer Apple con processore progettato da Cupertino si chiama Kalamata. Secondo l’analista Ming Chi Kuo la prima implementazione avverrà su un portatile leggero che andrà a sostituire il MacBook 12″, ormai rimosso dal listino;
al suo posto ci sarà Mac ARM 13″ con processore a 12 core, di cui 8 ad alte prestazioni, affiancati da 4 core ad alta efficienza energetica.
Per il momento non si hanno ancora informazioni relative alla parte grafica.

Di pari passo con il portatile verrà anche prodotto il primo iMac ARM, tuttavia si sa ancora poco a riguardo: sono stati
soltanto rilasciati alcuni mockup ipotetici, ricostruiti sulla base delle informazioni riportate dal suddetto analista.

1mockup imac arm
mockup imac arm 2

Oltre alla creazione dei primi Mac ARM, il progetto Kalamata ha lo scopo di sincronizzare sviluppo e architetture tra i processori destinati ad iPhone e ad iPad con quelli, invece, che saranno impiegati su computer. 

Infatti tutti i nuovi processori saranno basati sull’architettura di Apple A14, la nuova CPU costruita con tecnologia a 5 nanometri.

Apple A14 nel dettaglio

I processori mobile Apple, sebbene difficile da ammettere per chi non ama l’azienda, sono sempre stati tendenzialmente un passo avanti alla concorrenza.
Si prevede che il nuovo A14 potrebbe rendere gli iPhone 12 di quest’anno potenti come un MacBook Pro (sebbene si tratti di un risultato forse leggermente sopravvalutato), ma bisogna comunque tenere a mente che si parla di un processore che Apple deve ancora presentare. 

Abbiamo, a giorno d’oggi, una previsione formullata da TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Company), il costruttore che si occupa della produzione dei processori Apple Ax per conto dell’impresa. Inanzitutto, facciamo un passo indietro:
Apple A12 (2018) fu costruito con processo a 7 nanometri, occupa un’area di 83mm quadrati e conta 6.9 miliardi di transistor, il 60% in più rispetto al suo predecessore che, fra l’altro, occupava un’area maggiore di 5 mm(88mm complessivi) e che era realizzato con processo a 10 nanometri. Invece per quanto riguarda Apple A13 degli iPhone 11 (2019) il processo produttivo impiegato rimane a 7 nanometri ma migliorato: 98.5mm quadrati di area (20% in più del precedente), composto da 8.5 miliardi di transistor.

Il nostro interessato A14 verrà invece, con tutta probabilità, prodotto con l’innovativo ed estremamente soffisticato processo a 5 nanometri, sarà dunque uno dei primi al mondo ad essere realizzato con tale tecnica. TSMC ha dichiarato che il nuovo processo è potenzialmente in grado di assicurare un incremento delle prestazioni del 15% a parità di consumi, oppure un risparmio di energia del 30% alla stessa velocità, oltre ad un incremento dell’80% della densità dei transistor. Un’innovazione profonda che renderebbe possibile l’implementazione di 15 miliardi di transistor su un microprocessore su Soc, un numero sbalorditivo.

Secondo le previsioni pubblicate da Macworld è però più probabile che Apple mantenga le dimensioni ridotte attuali del processore, intorno agli 85mm quadrati, entro un massimo di 100mm quadrati, accontentandosi di stipare 12,5 miliardi di transistor.
Nel test single Core di Geekbench Apple A13 ottiene 1330 punti circa, mentre per quanto concerne il chip A14 si potrebbero toccare i 1600-1800 punti. 

Si prevedono incrementi ancora più marcati nelle prestazioni multi-core. Apple A13 arriva a 3.460 punti circa:
tenendo conto di tutti i dati fin qui riassunti, il punteggio multi core Geekbench previsto per Apple A14 è compreso tra 4.500-5.000 punti.
Il confronto è presto fatto: al momento il più veloce dei terminali Android viaggia intorno ai 3.000 punti multi core con Geekbench.

Se quanto esposto dal TSMC è vero, allora si può dire con certezza che i prossimi iPhone saranno i più potenti cellulari ( e gli iPad i tablet più prestanti) sul mercato; con tutta probabilità anche i più costosi, sebbene non ci siano ancora informazioni relative ai prezzi, ma si da già per scontato che supereranno tranquillamente il migliaio di euro).

In conclusione...

La scelta di Apple di prodursi “in casa” anche i microprocessori fa di lei la prima impresa, il primo unico grande costruttore di computer che si progetta ogni componente in modo autonomo: hardware, sistemi operativi e processori, ottenendo un ecosistema perfetto fra piattaforma e dispositivi.

Interessato a sconti Amazon? Abbiamo un canale Telegram dove potrai trovare i migliori sconti disponibili! Se hai deidubbi o vuoi aprire una discussione, sentiti libero di commentare sulla nostra pagina Instagram!

Potrebbe interessarti:
← Reon Pocket, il condizionatore tascabile di Sony, per non sudare d'estate!